PER BERSANI IL LAVORO AL PRIMO POSTO
SPERIAMO NON SEGUA L'ESEMPIO DI FASSINO...
Bersani, subito dopo la vittoria su Renzi nelle primarie PD, afferma che nel suo programma il lavoro sarà al primo posto. Favorevole ad una coalizione di centro-sinistra con il leader di SEL N. Vendola il Partito Democratico sembra improntato a incarnare le aspirazioni del 40% degli italiani, che la crisi ha reso più poveri e molti disoccupati e precari, senza prospettive di un lavoro sicuro e dignitoso per il futuro.
Proprio come per noi ex lavoratori ThyssenKrupp di Torino, che la tragedia del 6 dicembre 2007 ha privato, oltre che di 7 compagni di lavoro uccisi in nome del profitto, anche del lavoro stesso. Il Comune di Torino si era impegnato a ricollocarci ma a distanza di quasi 5 anni (non è certo mancato il tempo, semmai la volontà) per noi si prospetta la strada della disoccupazione, così come per milioni di lavoratori in tutto il Paese.
La questione del lavoro, per noi ex lavoratori della ThyssenKrupp di Torino, come per gli operai dell'ILVA di Taranto e così come per chiunque altro, è una questione politica: Bersani, Vendola, Fassino ma anche Grillo e così tutti gli altri che mettono il lavoro al centro delle proprie agende politiche non possono non rendersi conto che la questione della salvaguardia e della creazione di nuovi posti di lavoro è l'unica misura possibile (e necessaria) per uscire dalla crisi.
Bersani, non occorre attendere di insediarsi al governo per darsi da fare!
E' tempo di agire fin da ora, la situazione non lascia spazio ad attendismi e prese in giro, chi lo fa se ne assume la responsabilità di fronte al Paese e per il Pd questo vale anche nei confronti di tutti quei militanti di partito che si sono adoperati, in nome del bene del paese, per il cambiamento del paese e perché siano messi al centro gli interessi non delle banche e dei gruppi finanziari e degli speculatori ma dei lavoratori.
Per questo occorre varare subito un piano nazionale (e locale nella maggiori città e aree industriali) per rilanciare il lavoro partendo da semplici misure quali: la riconversione di attività industriali inquinanti(Ilva) per produrre beni utili rispettando salute e dignità dei lavoratori e dell'ambiente; il potenziamento della scuola pubblica ristrutturando gli edifici che cadono a pezzi e stabilizzando i contratti degli insegnanti per le attività didattiche; aumentare gli investimenti nell'università italiana e nell'attività di ricerca, evitando così la fuga all'estero di preziosi “cervelli” e competenze; la bonifica delle aree industriali dismesse (come quella della ThyssenKrupp a Torino) facendo gravare i costi su chi le ha commesse (lucrando sulla salute di lavoratori e cittadini) e non, come sempre, sulla collettività; la ristrutturazione della rete di trasporti pubblica nazionale e locale diventato ormai costoso, inefficiente e insicuro (strage di Viareggio) per i viaggiatori e i pendolari e liberandolo da manager super-pagati e incompetenti (Moretti); l'aumento dell'offerta turistica non solo intesa come ricettività (spesso legata ad abusivismi e scempio del paesaggio ormai ben noti) quanto al miglioramento di musei, aree archeologiche e luoghi d'interesse artistico già esistenti attraverso il prolungamento dei giorni e degli orari di apertura, spesso chiusi per mancanza di personale o chiusi da decenni per interminabili restauri, a vantaggio di abitanti e turisti; studiare un capillare piano di raccolta differenziata dei rifiuti in tutto il paese sul modello di San Francisco, dove questa sfiora il 96% del conferito, che diverrebbe così un'importante opportunità ecologica per l'ambiente e insieme occasione lavorativa; varare piani per la pulizia estiva di alvei di fiumi, torrenti, canali, ecc. che procurano immancabilmente morti e distruzione alle prime precipitazioni (troppo comodo lanciare l'allerta meteo e poi chi s'è visto s'è visto); eliminare l'IMU sulla casa abitativa e imporla ai patrimoni immobiliari di palazzinari, speculatori e al Vaticano, la più grande immobiliare italiana!
Chiunque oggi dice di voler risollevare le sorti del nostro Paese non può che far proprie le istanze provenienti dalla società reale che già oggi si batte per il lavoro, la salute, l'ambiente (contro la devastazione ambientale), per la salvaguardia della scuola pubblica, per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per un lavoro utile e dignitoso e impegnarsi con esse a mettere in pratica queste misure.
E' solo una questione di volontà politica.
Torino, 4 dicembre 2012
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